mercoledì 5 novembre 2008

Yes They Can


nessun commento, è una bella giornata

sabato 25 ottobre 2008

pop's not dead







Sarà un caso, ma di recente ho ascoltato una sequenza di belle canzoncine pop come non ne sentivo da tempo..le elenco qui: Cansei de Ser Sexy, Wombats, Fuck Dress (di cui si riesce a incorporare il video da YouTube), Beck (Gamma Ray) e Kaiser Chiefs (Never Miss a Beat) (di cui la loro simpatica casa discografica non dà il permesso..e poi dicono di non scaricare musica)

speriamo che non piove


"Speriamo che non piove": questa è la battuta esilarante di Berlusconi sulla manifestazione di oggi del PD. Il congiuntivo, naturalmente, è un optional. L'intento dell'azione di questi tempi del governo su scuola e università (istituzioni con mille problemi, è chiaro) è evidente: evitare che gli italiani si istruiscano troppo. Non si sa mai, potrebbero iniziare a scandalizzarsi se il loro premier non sa i congiuntivi (oltre che l'inglese, vedi il video)

domenica 7 settembre 2008

Emma Marcegaglia

Premio assegnato per avere dichiarato, dopo avere partecipato all'operazione Alitalia che prevede la sospensione della normativa antitrust: "la stella polare di Confindustria rimane assolutamente a favore della concorrenza e delle liberalizzazioni" (Repubblica, 7 settembre 2008). Che sia il caso di regalarle un telescopio nuovo?

sabato 6 settembre 2008

giovedì 4 settembre 2008

Life on other planets is difficult



Vedendo il video di presentazione di Chrome, il browser di Google, mi è venuto il dubbio se l'Italia sia sullo stesso pianeta degli Stati Uniti. Nel video si vedono i tecnici di Google che spiegano le caratteristiche del nuovo prodotto che, a occhio, potrebbe sbaragliare il campo. A parlare sono dei giovani, uno yankee, un indiano, un cinese, una donna, ecc, che descrivono gli ingredienti fondamentali del loro prodotto, le IDEE. Concludono spiegando la filosofia dell'Open Source, abbracciata nella costruzione di Chrome.

Nel frattempo qui l'operazione imrenditoriale del momento è Alitalia, che con una manovra degna dei peggiori governi democristiani viene "salvata" dai soliti attempati imprenditori (Colaninno padre) e/o manager (Passera) legati a doppio e triplo filo alla politica, in un tripudio di conflitti di interessi (Marcegaglia e Colaninno figlio). Nei tempi morti invece continuiamo a fare campagne indegne contro gli stranieri, mettendo di fatto nel calderone trafficanti di uomini, dottorandi e tecnici di altri paesi, che ovviamente ci pensano due o tre volte prima di venire in Italia, spesso decidendo di non venirci affatto. Infine, nel tempo rimasto, facciamo riformare scuola, università (dove si dovrebbero produrre le IDEE) e pubblica amministrazione a un avvocato di Brescia che ha passato l'esame di stato a Reggio Calabria o a un professore universitario che dice in giro di avere avuto chances per vincere il Nobel, ma non ha una pubblicazione su una rivista decente (provate a scrivere "Renato Brunetta" in scholar.google.com, Google, appunto).

sabato 28 giugno 2008

avvocati

Su Repubblica di oggi, c'è un articolo in cui si parla della volontà da parte dell'ordine degli avvocati di cancellare dall'albo 35.000 iscritti che, in apparenza, non svolgerebbero effettivamente la professione. C'è una tabellina che correda l'articolo che riporta, per un piccolo campione di paesi europei, i il numero di avvocati per 10.000 abitanti. Balzano all'occhio due cose: l'Italia ha il maggior numero di avvocati in Europa, all'aumentare del livello di sviluppo il numero di avvocati diminuisce. Nella figura riporto una semplice regressione tra il dato riportato da Repubblica e il GDP pro capite del 2007 (Eurostat, valore rispetto alla media UE-27 fissato a 100), escludendo l'Irlanda che è un outlier. La relazione è negativa in modo evidente. Il che può portare ad alcune considerazioni, anche alla luce di quello che sta succedendo in Italia in questo momento dove a tenere banco sono gli avvocati: Alfano, che fa il ministro della Giustizia, e i vari legali di Berlusconi, che trasformano le loro posizioni in ambito processuale in leggi dello stato.

Innanzitutto la relazione va interpretata come correlazione, ma rimane il fatto che, almeno per me, non è così ovvio che dove ci sono molti avvocati il paese debba essere anche poco sviluppato. Secondo me questo è un chiaro sintomo di come gli incentivi in Italia non sono allineati in modo da condurre alla crescita economica. Per farla breve, il fatto di avere tanti avvocati implica che abbiamo meno ingegneri, informatici, matematici, di quanti ne avremmo potuto avere. La professione dell'avvocato essenzialmente opera in senso redistributivo rispetto alle risorse esistenti, drenandole risorse verso la propria categoria o verso quelle per cui prestano servizi, piuttosto che contribuire ad aumentare la dimensione della torta. Al contrario, ingegneri, informatici, matematici, ecc. sono professioni maggiormente associabili al progresso tecnologico, motore della crescita della torta. Ciò probabilmente contribuisce a far sì che l'Italia sia ormai in fondo alla UE.

In Italia, dunque, apparentemente gli incentivi a diventare avvocato sono molto forti. Perchè? I motivi non sono forse molto misteriosi (al di là della rilevanza di fattori culturali tipo "avere il figlio avvocato"): i) la professione ha forti barriere all'entrata, a partire dall'esame di stato. I recenti tentativi di introdurre più concorrenza (abolizione delle tariffe minime, possibilità di farsi pubblicità) hanno incontrato resistenze fortissime. Questo rende attraente il settore, per coloro che riescono a entrare. ii) Il sistema legale, attualmente, è pesantemente sbilanciato a favore degli avvocati. La durata abnorme dei processi o la possibilità di ricorrere in Cassazione per un numero elevato di casi, garantisce loro impieghi di lunga durata. iii) il capitale umano, diciamo "tecnico-scientifico" non è ben remunerato; iv) le scuole superiori preparano male, soprattutto nelle materie matematico-scientifiche, il che rende poco attraente intraprendere certi tipi di studi universitari (lo dico da persona che insegna economia a Giurisprudenza e che ha a che fare quotidianamente con casi di fobia da matematica e affini).

Il punto è dunque se ci si possa attendere, in particolare dal governo attuale, una inversione di tendenza. Noi viviamo la situazione paradossale, citata sopra, in cui agli avvocati spetta un ruolo cruciale nelle questioni politiche, dando loro un grande palcoscenico. Questo contribuisce a favorire un circolo vizioso in cui, siccome ci si occupa delle faccende personali del Premier, si tolgono tempo, energie, spazi nei notiziari, alle questioni veramente importanti, come lo stato della ricerca, dell'innovazione, di tutto ciò che veramente servirebbe a risollevare le condizioni del paese. Il fatto che, in aggiunta, la categoria professionale degli avvocati sia tra quelle più rappresentate in Parlamento, sia a destra che a sinistra, rende la cosa ancor meno probabile.

giovedì 5 giugno 2008

Fuori gli italiani dall'Italia!


"Marocchina stuprata a Milano. Arrestato un trentenne italiano" (Repubblica)
"San Raffaele, arrestati due medici per truffa" (Corriere)
"La criminalità organizzata è responsabile di molti traffici compreso quello dei rifiuti tossici - afferma il capo dello Stato - e questi rifiuti insalubri in gran parte sono arrivati dal nord" (Repubblica)

"Basta! Non se ne può più! Sono dappertutto! Non siamo più sicuri!" Queste le frasi ricorrenti in Italia. Il paese si è improvvisamente scoperto vittima di una invasione, avvenuta in modo strisciante attraverso i secoli. C'è pieno di italiani! Un popolo barbaro, superstizioso, refrattario al cambiamento e al progresso tecnologico (meno della metà degli italiani sa usare internet). Un popolo che, ad esempio annovera tra i suoi modi di dire: "fidarsi è bene. Non fidarsi è meglio" oppure "mogli e buoi dei paesi tuoi", che ben sintetizzano il comune sentire. Un popolo che, malgrado le nefandezze di cui è capace, vedi i titoli di giornale sopra, va orgoglioso della propria cultura, che nei discorsi sull'economia del paese viene a volte indicata come "italianità". Ad ogni modo, il nuovo governo ha subito preso provvedimenti, e presto si troveranno le risorse per costruire le carceri pronte ad accogliere 50 milioni di persone.

domenica 20 aprile 2008

no, we can't

Il centrodestra ha vinto le elezioni. Era prevedibile, l'unico dubbio (e/o speranza) era che ne uscisse con una maggioranza ridotta al Senato. Non è successo. Ne sono seguite, e sono ancora in corso, discussioni sui motivi della vittoria e, soprattutto, della sua ampiezza. Prendendo spunto da alcuni episodi dell'ultima puntata di Annozero, provo a buttare giù qualche considerazione. L'episodio è stato da un lato Fuksas che diceva che in fondo gli italiani sono un popolo di ignoranti, e Di Pietro che ricordava la faccenda dell'assetto illegale delle telecomunicazioni in Italia, recentemente certificato dalla UE. Dopo questi spunti, la parte che rappresentava la destra (il giornalista Facci) ha detto: "Ma alla gente non importa nulla di Rete4, c'è il problema della sicurezza, degli immigrati, ecc.". Questa, che sicuramente è un'affermazione che contiene molta verità, presuppone però l'indipendenza delle "istanze" dei cittadini dall'assetto del sistema informativo italiano. Già in trasmissione Di Pietro gli ha risposto in questo senso. Vorrei provare ad articolare meglio questo punto, partendo proprio dai due temi che, apparentemente, hanno portato molti voti al centrodestra, in particolare alla Lega.
L'immigrazione/la sicurezza. Il problema, sembra, è che ci siano in giro troppi clandestini. Cosa determina l'essere clandestini? Ovviamente la legge, in particolare in due modi: i) per i criteri che stabilisce siano necessari per essere in regola; ii) attraverso i numeri di permessi che vengono rilasciati. Il precedente governo Berlusconi promosse la legge Bossi-Fini che fissò dei criteri e stabilì un certo numero di permessi, mi pare circa 200000. Tutti ricordiamo le file di immigrati che, come bestie, furono costretti a fare la coda davanti agli uffici postali. Le stime parlarono di 500000 persone in fila. Ora, se si stabiliscono dei criteri e si presentano 500000 persone, che mostrano la loro faccia e portano i loro documenti, questo vuol dire che in quel momento ci sono appunto 500000 persone potenzialmente in regola. Se però si concedono 200000 permessi, si creano 300000 clandestini. E' cioè la legge che, in teoria, dovrebbe servire a combattere la clandestinità, a crearne. E' evidente poi che la condizione di clandestinità favorisce la marginalità e la delinquenza. Quindi, tutto può fare la destra tranne che accusare altri di avere in qualche modo favorito la clandestinità e quindi la criminalità. Per inciso, il vituperato governo Prodi, nell'affrontare la questione dei permessi di soggiorno, aveva introdotto ad esempio la possibilità di svolgere le pratiche via internet, cosa che dovrebbe contribuire a rendere l'Italia un paese civile ma che, ovviamente, non ha fatto e non fa notizia. E con questo possiamo passare alla questione della informazione. E' inutile dilungarsi sul livello infimo dell'informazione in Italia, ma qualcosa si può sottolineare. Innanzitutto il conflitto di interessi. Berlusconi ha fatto a più riprese capire come lui tratta i giornalisti non servili, checché lui ne dica. A parte i casi più recenti di Santoro, Biagi e Luttazzi, basterebbe ricordare il caso di Indro Montanelli. Montanelli riferì, testuale, che Berlusconi, da proprietario de "Il Giornale", gli chiese esplicitamente di "mettere il suo giornale al servizio di Forza Italia" (allora partito nascente). Indro disse arrivederci. In queste condizioni, quale può essere l'effetto sugli incentivi di un giornalista in Italia di fare informazione non asservita? Ad esempio un giovane che vuole fare carriera? Detto questo, veniamo alla questione della sicurezza. Manganelli, il capo delle forze di polizia, durante un servizio in tv a capodanno, da una centrale operativa, affermò che i dati mostrano un calo di vari reati in Italia, ma si deve registrare un picco dell'allarme sociale rispetto a questi temi. Chi ne sarà mai responsabile? E' di oggi l'ennesima notizia di violenze sessuali ad opera di stranieri clandestini. Ma chi ricorda che la maggior parte di stupri avviene in famiglia? Se un rumeno investe dei passanti va in prima pagina per giorni. Ma se un rumeno viene travolto? Io ricordo almeno due casi recenti in cui ho visto trafiletti parlare di rumeni investiti, ma ovviamente nessun telegiornale ci ha aperto.
E allora smettiamo di pensare che l'assetto vergognoso dell'informazione in Italia non abbia niente a che fare con le "istanze" della gente. C'è una parte politica che fomenta le paure e che contribuisce a generare situazioni di emarginazione per poi passare all'incasso (di voti) al momento delle elezioni, e sarebbe ora che almeno al nord qualcuno cominciasse ad accorgersene. Questo è reso possibile dal fatto che abbiamo un'informazione che non fa, che non può fare, il suo mestiere. Dicono che il centrosinistra ha pagato le "malefatte" del governo Prodi. Forse, dopo cinque anni di centrodestra eravamo in paradiso e, in soli due anni, il terribile Prodi ci ha portato all'inferno? I giornali esteri liquidano i cinque anni di Berlusconi in due righe: anni in cui Berlusconi ha fatto leggi per sè e nulla per il paese. Da noi una cosa del genere così lampante non si potrebbe nemmeno discutere. Sarebbe un'opinione faziosa, stalinista, ecc. Quando Berlusconi è andato da Mentana, dopo Veltroni, ha detto tra le altre cose, che non è vero che Mangano aveva condanne. Invece ne aveva tre prima di morire, ma Mentana non lo ha corretto. Poi ha detto che Prodi gli ha lasciato un rapporto debito/PIL del 104%, ma Mentana si è ben guardato di fargli notare che con lui al governo il rapporto era salito al 106%. Quindi, questa è la situazione. Al netto di tutte le colpe del centrosinistra, passato e presente, è chiaro che questo continua ad essere un paese in cui il confonto democratico non si può svolgere in modo normale, e negli anni a venire le cose non potranno che peggiorare.
Siamo minoranza, abituiamoci a non farcene una ragione.

domenica 13 aprile 2008

ho votato

Ho votato. Ho votato PD alla Camera, al Senato, e alla Regione. Provo a spiegare il perché.
Alle politiche: perché penso che, di gran lunga rispetto al PDL, al PD abbiano presente cosa fare per rimettere in sesto il paese. Dal lato del PD ho sentito parlare di mobilità sociale, di rischio, di formazione professionale nell'arco della vita lavorativa, di tassazione speciale per incentivare il lavoro femminile, di certezza del diritto, di rifiuto dei voti della criminalità, di rispetto delle istituzioni. Tutte cose di cui credo l'Italia abbia gran bisogno. Avrei voluto sentire parlare più esplicitamente di unioni civili, di fecondazione assistita, di diritti degli omosessuali. Di questo si è parlato più chiaramente in SA e tra i socialisti, ma in entrambi i casi all'interno di un quadro sconsolante (dalla riabilitazione della scala mobile alla riabilitazione di De Michelis). Quindi, se c'è una speranza che qualcosa cambi in questo paese, questa risiede nel PD.
Alle regionali: beh, in Sicilia è facile. La pubblica amministrazione è uno dei principali responsabili del sottosviluppo dell'isola. Votare Lombardo vuol dire esprimere soddisfazione per le condizioni attuali: uno stuolo infinito di persone che si abbeverano alla mammella pubblica (ahi questi liberisti di destra!), e l'ultimo posto in tutte le graduatorie di qualità della vita (anche se, come ho sentito dire di recente a Bondi in tv, in fondo in Sicilia le cose non vanno così male, di recente ci sono stati dei risultati eccezionali, in cosa non si è capito).

venerdì 11 aprile 2008

Vota Anna

giovedì 3 aprile 2008

Bari, esami venduti all'università. Sei arresti, c'è anche un professore

Sei persone arrestate. Un giro di affari bloccato. Scenario l'università di Bari. I carabinieri del reparto operativo hanno così chiuso 'Esamopoli', l'inchiesta legata a un vorticoso giro d'affari (circa 50.000 euro in soli otto mesi) per la compravendita di esami e di tesi di laurea nella facoltà di Economia dell'ateneo pugliese. Quella stessa facoltà in cui già nel 2006 era emerso uno scandalo dello stesso genere.

Le misure restrittive riguardano un docente ordinario di matematica per l'economia dimessosi dopo l'avvio dell'inchiesta, un suo assistente, il capo segreteria di un dipartimento, un funzionario a riposo e due addetti alle aule. A tutti vengono contestati reati quali l'associazione per delinquere finalizzata alla concussione, corruzione, falso, rivelazione del segreto d'ufficio.

I carabinieri hanno scoperto che per la vendita degli esami c'era un vero e proprio tariffario. Si passava dai 700 euro per quelli più facili, a più di 3.000 per quelli difficili. Le vittime erano studenti italiani fuori sede e greci, cioè coloro che incontravano maggiori difficoltà nel sostenere le prove.

L'esame di matematica, tanto per fare un esempio, si passava con un trucco. Bisognava frequentare un ciclo di lezioni private a pagamento nell'istituto
Mediterraneo delle Scienze, presieduto dall'assistente del docente. Si pagavano 3.500 euro e il gioco era fatto. Inoltre, agli studenti venivano fornite tesi di laurea già fatte, sottratte dagli archivi della facoltà di Economia. Le tesi venivano scannerizzate, veniva rifatta la copertina ed erano pronte per l'uso.

Dall'inchiesta emerge che uno studente ha sborsato 15 mila euro per superare una serie di esami anche perché - ha spiegato lui stesso ai militari - "chi accettava di pagare la prima volta cadeva nella spirale del malaffare e doveva pagare sempre, fino a quando decideva l'organizzazione".

giovedì 27 marzo 2008

ESAMI COMPRATI ALLA SAPIENZA: 27 RINVII A GIUDIZIO

Ventisette rinvii a giudizio, due assoluzioni e sei proscioglimenti. Si e' conclusa cosi' l'inchiesta della procura di Roma sulla presunta compravendita di esami alla Sapienza alla facolta' di giurisprudenza tra il 2002 e il 2003. Lo ha deciso il gup Barbara Callari pronunciandosi sulla richiesta di rinvio a giudizio del pm Vincenzo Barba, secondo cui nell'ateneo c'era "una struttura strategicamente insediata capace di condizionare il percorso universitario degli studenti e, in particolare, di artefare le valutazioni degli stessi in sede di esame, attraverso l'opera di corruzione" dietro il pagamento di migliaia di euro. I ventisette, che si dovranno presentare il 9 luglio prossimo davanti all'ottava sezione del tribunale, sono, secondo i ruoli ricoperti all'epoca, gli impiegati Civita Ribaudi, Loreto Fioravanti, Ada Ungheri, Nicola Circosta, Sebastiana Angeletti, Matilde Mariani, Maria Tostini, Antonio Riccitelli, il professore Gianfranco Albini, gli assistenti Gabriella Troise, Pietro Maria Putti, Giorgio Francolini, Fausta Pugliese, Michele Franco Gelardi, gli studenti Fabio Falcone, Luca Arnone, Gabriele Pulcini e il fratello Daniele, Rodoula Zacharopoulou, Vincenzo Spinelli, Maurizio Rocchi, Luigi De Filippis, Antonio Pagliaro, sua madre Carmela Rosa Galione, Moira Nardone, il fidanzato Andrea Infantino, e Romano Galavotti. Il giudice ha assolto, in sede di giudizio abbreviato, perche' il fatto non sussiste (articolo 530 comma secondo Cpp che equivale alla vecchia formula dell'insufficienza di prove) la studentessa Cinzia Fazi e l'assistente Franco Cala'. Non doversi procedere, invece, per l'assistente Fabio Franceschi, gli studenti Paolo Visco, Carmina Corigliano, Giuseppe Fabiano, Cristiano Rossi e per l'impiegata Annarita Massari. Per alcuni dei rinviati a giudizio il gup ha disposto parziali proscioglimenti in relazione ad alcuni capi d'imputazione.

Repubblica, 27 marzo 2008

venerdì 21 marzo 2008

italia

Stamattina ho chiamato TELE2 per chiedere la disdetta di un'utenza. Ho chiamato oggi (21 marzo) perchè in un paio di chiamate precedenti mi avevano detto che, dato che il contratto scade il 24 marzo, dovevo chiamare a ridosso della data di scadenza. La motivazione era che, per evitare una penale, dovevo disdire "almeno 30 giorni prima". Avevo fatto notare che "almeno 30" vuol dire o 30 o più di 30, per cui se stavo chiamando il 20 gennaio o il 10 febbraio andava bene. Niente da fare. Oggi chiamo e mi sento dire che è troppo tardi, e che il contratto non si può disdire. Avrei dovuto chiamare il 24 febbraio! Chiedo conferma che la norma contrattuale fosse "almeno 30" e mi viene detto di sì. Ma questo, presso TELE2, evidentemente si interpreta in maniera diversa da quanto la lingua italiana suggerisca. Vengo consigliato di mandare un fax, insulto l'operatore e procedo. Stamattina mi tocca vedere in tv un signore con il trapianto e un chilo di cerone in faccia che riscuote il 40% dei consensi degli italiani dire che, siccome ora si sta occupando lui di Alitalia, la cosa si farà. La cosa sarebbe salvare una compagnia che avrebbe dovuto fallire non una ma cento volte, i cui lavoratori starebbero bene per la maggior parte a scaricare le casse al mercato. Ma che, invece, essendo in campagna elettorare tutti (TUTTI!) si affannano a difendere come un orgoglio nazionale e non come una delle tante vergogne di questo paese. Ieri sera mi tocca vedere in tv che gli ospedali dal nord al sud sono pieni di medici "obiettori", gente che di fronte a donne che vivono il dramma dell'aborto, invece di prestare assistenza preferiscono umiliarle, che si rifiutano di prescrivere la pillola del giorno dopo ma che magari inorridiscono se si chiede di distribuire i preservativi nelle scuole. Ieri sera ho visitato alcune delle meravigliose chiese di Palermo, stracolme di devoti, per la maggior parte ben vestiti e pasciuti, in preparazione per la Pasqua e magari pronti a votare in massa per Lombardo, per condannare la Sicilia ad un altro lustro di sottosviluppo (ma con il ponte sullo stretto si intende!). La scorsa settimana, sempre a Palermo, è stata multata una signora perché andava in bici sul marciapiede. In una città dove si viaggia in tre o quattro sul ciclomotore, dove le piazze sono infestate dai posteggiatori abusivi, dove girano automobili con impianti stereo a volumi da stadio a tutte le ore. Perchè uno dovrebbe continuare a vivere in questo paese? Ora vediamo se riesco a postare questo sfogo, visto che il collegamento by Alice va a singhiozzo da settimane. Ho chiesto un intervento un paio di settimane fa e il gentile operatore mi ha detto ."guardi magari domani no, ma nei prossimi giorni qualcuno la contatterà" Domani no, appunto...

mercoledì 27 febbraio 2008

termometro del paese?

"Festival, gli ascolti vanno sempre più giù"
Ho sempre considerato l'audience di Sanremo come un buon indicatore dello sfascio di questo paese, facendo sempre fatica a capacitarmi del fatto che milioni di persone passino ogni anno diverse serate a guardarlo.
Il fatto che ci sia un crollo di ascolti rispetto all'anno scorso può forse essere un segno che qualcosa si muove? Mi permetterei in questo caso di contestare la tesi di Pippo Baudo, secondo il quale: "E' la qualità in un'Italia di merda". Non sarebbe male se la qualità dell'Italia fosse (non so come) migliorata e che sia il festival ad essere una merda.

domenica 24 febbraio 2008

destra e scienza

"E' una delusione scoprire che il professor Veronesi abbia scoperto a ottant'anni l'agone politico in alternativa ai giardinetti", parola di Ignazio La Russa. Se ancora ce ne fosse bisogno, dopo gli insulti alla Levi Montalcini in Senato e da Storace & C., dopo la vergognosa serie di attacchi alla nomina di Luciano Maiani al Cnr (vedi l'incredibile lettera di Gabriella Carlucci e quanto ne è seguito qui: http://www.noisefromamerika.org/index.php/articoli/798?fb=hot#commenti), ci pensa La Russa a ribadire quanto da quelle parti la scienza desti un certo ribrezzo. A parte l'insulto basato su un attributo personale (l'età), come al solito la cifra dell'Italia è data dal fatto che gente come La Russa, che gode di popolarità, di imitazioni ecc. dando di fatto un contributo pressoché nullo al mondo, può permettersi di insultare uno studioso senza che questo gli nuocia, anzi, probabilmente suscitando ulteriore ammirazione. Cercando in Google Scholar "Umberto Veronesi", solo nella prima pagina di risultati si contano più di mille citazioni dei suoi lavori. Digitando "Ignazio La Russa" invece (ovviamente) non esce nulla se non il titolo di qualche lavoro che ha studiato la politica italiana, e probabilmente i suoi casi umani.

lunedì 4 febbraio 2008

votantonio

E' andata. Si vota di nuovo. La prima sensazione è di disgusto. La prima immagine che mi è venuta in mente dell'Italia che mi fa schifo è Giuliano Ferrara. Stavo leggendo le notizie dell'ultimo minuto quando mi è caduto l'occhio su una news nel cui titolo c'era: "... gli italiani lascino il paese". Ho immediatamente pensato all'Italia e invece era il Ciad.

venerdì 25 gennaio 2008

fine

ok, è finita, vediamo di mettere insieme qualche pensiero sull'accaduto. E' successo che una parte (piccola) della maggioranza ha tolto la fiducia al governo malgrado avesse firmato un programma di legislatura. E' successo che la maggior parte dei "traditori" appartenessero al centro, cosa non sorprendente come ho scritto in un altro post, dato che sono questi che più probabilmente possono essere rieletti con quella che era l'opposizione.
Tutto questo però è successo in un contesto nel quale, fin dall'inizio, era chiaro che di problemi di questo tipo ce ne sarebbero stati, in particolare fin dalla nomina iniziale di un governo di 105 persone. Non è da dimenticare che questo assetto iniziale è stato determinato in modo cruciale dalla legge elettorale approvata in tutta fretta dal centrodestra per rendere la prevista vittoria del centrosinistra la più stretta possibile, in particolare in termini di seggi in Parlamento. In un paese normale questa cosa sarebbe stata accolta dai cittadini per quello che è: una vigliaccata politica indegna di un paese civile. I suoi promotori avrebbero dovuto vergognarsi ad uscire di casa, invece sono sempre lì, pure gongolanti. Andiamo avanti. Con quelle regole è apparso razionale mettere insieme una coalizione il più larga possibile, accomunata dall'essere per motivi diversi contraria a Berlusconi. Ma, appunto, fin dall'inizio si è visto che la tendenza a privilegiare l'interesse particolare era fortissima. Si è visto poi che a questo si accompagnava sistematicamente la tendenza a cercare il consenso del proprio elettorato, invece che privilegiare la coalizione. Gli economisti dicono che l'obiettivo del politico è quello di massimizzare la probabilità di essere rieletto e non credo che ci manchino di molto. Io, ingenuamente, mi aspettavo che avrebbe prevalso la voglia di fare le mille cose che in Italia servono, e che i vari pezzetti della coalizione, essendo composti da persone mature e responsabili avrebbero trovato il modo di procedere (oggi ti stabilizzo i precari, domani mi accetti di ridurre le tasse sulle imprese, ecc.). Invece no. Da un lato fa rabbia vedere che, comunque, anche certe cose buone fatte non servono a niente. Gli italiani non capiscono che ad esempio avere i conti in ordine è prerequisito necessario per potere investire e tenere bassi i tassi di interesse, e pare che a loro non interessi particolarmente pagare molti farmaci il 20% in meno. Forse le cose migliori sono state fatte in politica estera (ritiro delle truppe in Iraq, intervento per favorire la tregua tra Libano e Israele, moratoria sulla pena di morte,..). Ma, evidentemente, anche questo non viene percepito come cosa buona (anzi, il problema principale è la base di Vicenza...). E' però innegabile che molte altre cose sono state fatte a metà, o non fatte del tutto. E' vergognoso che non sia stata fatta una legge sulle televisioni e sul conflitto di interessi. E' vergognoso che non si sia avuto coraggio sulle pensioni, magari per liberare risorse da girare al contrasto della precarietà. Insomma quasi tutto è stato non abbastanza "di sinistra" o non abbastanza "di destra". Si è finito per scontentare (quasi) tutti, anche perché, il dirsi scontenti prepara il terreno ad altre richieste, e si torna a quello che dicevo prima. Ogni volta che il governo ha fatto qualcosa, le varie parti, invece di esaltare quello che le soddisfaceva, hanno enfatizzato quello che le deludeva, una specie di bicchieremezzovuotismo cronico (ma perfettamente razionale). Tutto ciò avviene peraltro nel mezzo di una campagna politica terrificante della chiesa, dall'aborto alla libertà di espressione (proprio loro!). Ecco, a me mette tristezza che in Italia alla fine prevale quello che pensa Rocco Buttiglione su quello che pensa Umberto Veronesi, o che quello che pensa la signora di Ceppaloni che non trova niente di strano , anzi, nel fatto che la signora Mastella le abbia procurato una visita con un luminare, sia diventato di fatto quello che per molti è la politica.

domenica 20 gennaio 2008

sessantottesimo

Al Magnifico Rettore
Prof. Renato Guarini
Sapienza, Università di Roma
P.le Aldo Moro, 5
00185 Roma


e p.c. Al Presidente dell'AST, Prof. Guido Martinelli
Al Preside della Facoltà di Scienze MFN Prof. Elvidio Lupia Palmieri
Al Direttore del Dipartimento di Fisica Prof. Giancarlo Ruocco


Magnifico Rettore,
con queste poche righe desideriamo portarLa a conoscenza del fatto che condividiamo appieno la lettera di critica che il collega Marcello Cini Le ha indirizzato sulla stampa a proposito della sconcertante iniziativa che prevedeva l'intervento di papa Benedetto XVI all'Inaugurazione dell'Anno Accademico alla Sapienza.
Nulla da aggiungere agli argomenti di Cini, salvo un particolare. Il 15 marzo 1990, ancora cardinale, in un discorso nella citta di Parma, Joseph Ratzinger ha ripreso un'affermazione di Feyerabend: «All'epoca di Galileo la Chiesa rimase molto più fedele alla ragione dello stesso Galileo. Il processo contro Galileo fu ragionevole e giusto». Sono parole che, in quanto scienziati fedeli alla ragione e in quanto docenti che dedicano la loro vita all'avanzamento e alla diffusione delle conoscenze, ci offendono e ci umiliano.
In nome della laicità della scienza e della cultura e nel rispetto di questo nostro Ateneo aperto a docenti e studenti di ogni credo e di ogni ideologia, auspichiamo che l'incongruo evento possa ancora essere annullato.
Le porgiamo doverosi saluti,

Gabriella Augusti Tocco, Luciano M. Barone, Carlo Bernardini, Maria Grazia Betti, Enrico Bonatti, Maurizio Bonori, Federico Bordi, Bruno Borgia, Vanda Bouche', Marco Cacciani, Francesco Calogero, Paolo Calvani, Paolo Camiz, Mario Capizzi, Antonio Capone, Sergio Caprara, Marzio Cassandro, Claudio Castellani, Flippo Cesi, Guido Ciapetti, Giovanni Ciccotti, Guido Corbo', Carlo Cosmelli, Antonio Degasperis. Francesco De Luca, Francesco De Martini, Giovanni Destro-Bisol, Carlo Di Castro, Carlo Doglioni, Massimo Falcioni, Bernardo Favini, Valeria Ferrari, Fernando Ferroni, Andrea Frova, Marco Grilli, Maria Grazia Ianniello, Egidio Longo, Stefano Lupi, Maurizio Lusignoli, Luciano Maiani, Carlo Mariani, Enzo Marinari, Paola Maselli, Enrico Massaro, Paolo Mataloni, Mario Mattioli, Giovanni Organtini, Paola Paggi, Giorgio Parisi, Gianni Penso, Silvano Petrarca, Giancarlo Poiana, Federico Ricci Tersenghi, Giovanni Rosa, Enzo Scandurra, Massimo Testa, Brunello Tirozzi, Rita Vargiu, Miguel A. Virasoro, Angelo Vulpiani, Lucia Zanello. MARIO LAVEZZI

lunedì 14 gennaio 2008

"Un evento incongruo da annullare" La lettera dei docenti contro Ratzinger

ROMA - Un evento "incongruo" e non in linea con la laicità della scienza, l'intervento del Papa previsto giovedì 17 al termine della cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico dell'università di Roma La Sapienza. Lo giudicano così gli oltre 60 firmatari della lettera presentata nei giorni scorsi al rettore Renato Guarini, un'iniziativa che negli ultimi giorni sta raccogliendo centinaia di consensi nel mondo scientifico, anche da tanti scienziati italiani all'estero.

Tra i firmatari, i fisici Andrea Frova, autore con Mariapiera Marenzana di un libro su Galileo e la Chiesa, Carlo Maiani, da poco nominato presidente del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), Carlo Bernardini, Giorgio Parisi, Carlo Cosmelli.

Ecco il testo della lettera: "Magnifico Rettore, con queste poche righe desideriamo portarLa a conoscenza del fatto che condividiamo appieno la lettera di critica che il collega Marcello Cini Le ha indirizzato sulla stampa a proposito della sconcertante iniziativa che prevedeva l'intervento di papa Benedetto XVI all'Inaugurazione dell'Anno Accademico alla Sapienza. Nulla da aggiungere agli argomenti di Cini, salvo un particolare. Il 15 marzo 1990, ancora cardinale, in un discorso nella citta di Parma, Joseph Ratzinger ha ripreso un'affermazione di Feyerabend: "All'epoca di Galileo la Chiesa rimase molto più fedele alla ragione dello stesso Galileo. Il processo contro Galileo fu ragionevole e giusto". Sono parole che, in quanto scienziati fedeli alla ragione e in quanto docenti che dedicano la loro vita all'avanzamento e alla diffusione delle conoscenze, ci offendono e ci umiliano.
In nome della laicità della scienza e della cultura e nel rispetto di questo nostro Ateneo aperto a docenti e studenti di ogni credo e di ogni ideologia, auspichiamo che l'incongruo evento possa ancora essere annullato".
Repubblica, 14 gennaio 2008