venerdì 25 gennaio 2008

fine

ok, è finita, vediamo di mettere insieme qualche pensiero sull'accaduto. E' successo che una parte (piccola) della maggioranza ha tolto la fiducia al governo malgrado avesse firmato un programma di legislatura. E' successo che la maggior parte dei "traditori" appartenessero al centro, cosa non sorprendente come ho scritto in un altro post, dato che sono questi che più probabilmente possono essere rieletti con quella che era l'opposizione.
Tutto questo però è successo in un contesto nel quale, fin dall'inizio, era chiaro che di problemi di questo tipo ce ne sarebbero stati, in particolare fin dalla nomina iniziale di un governo di 105 persone. Non è da dimenticare che questo assetto iniziale è stato determinato in modo cruciale dalla legge elettorale approvata in tutta fretta dal centrodestra per rendere la prevista vittoria del centrosinistra la più stretta possibile, in particolare in termini di seggi in Parlamento. In un paese normale questa cosa sarebbe stata accolta dai cittadini per quello che è: una vigliaccata politica indegna di un paese civile. I suoi promotori avrebbero dovuto vergognarsi ad uscire di casa, invece sono sempre lì, pure gongolanti. Andiamo avanti. Con quelle regole è apparso razionale mettere insieme una coalizione il più larga possibile, accomunata dall'essere per motivi diversi contraria a Berlusconi. Ma, appunto, fin dall'inizio si è visto che la tendenza a privilegiare l'interesse particolare era fortissima. Si è visto poi che a questo si accompagnava sistematicamente la tendenza a cercare il consenso del proprio elettorato, invece che privilegiare la coalizione. Gli economisti dicono che l'obiettivo del politico è quello di massimizzare la probabilità di essere rieletto e non credo che ci manchino di molto. Io, ingenuamente, mi aspettavo che avrebbe prevalso la voglia di fare le mille cose che in Italia servono, e che i vari pezzetti della coalizione, essendo composti da persone mature e responsabili avrebbero trovato il modo di procedere (oggi ti stabilizzo i precari, domani mi accetti di ridurre le tasse sulle imprese, ecc.). Invece no. Da un lato fa rabbia vedere che, comunque, anche certe cose buone fatte non servono a niente. Gli italiani non capiscono che ad esempio avere i conti in ordine è prerequisito necessario per potere investire e tenere bassi i tassi di interesse, e pare che a loro non interessi particolarmente pagare molti farmaci il 20% in meno. Forse le cose migliori sono state fatte in politica estera (ritiro delle truppe in Iraq, intervento per favorire la tregua tra Libano e Israele, moratoria sulla pena di morte,..). Ma, evidentemente, anche questo non viene percepito come cosa buona (anzi, il problema principale è la base di Vicenza...). E' però innegabile che molte altre cose sono state fatte a metà, o non fatte del tutto. E' vergognoso che non sia stata fatta una legge sulle televisioni e sul conflitto di interessi. E' vergognoso che non si sia avuto coraggio sulle pensioni, magari per liberare risorse da girare al contrasto della precarietà. Insomma quasi tutto è stato non abbastanza "di sinistra" o non abbastanza "di destra". Si è finito per scontentare (quasi) tutti, anche perché, il dirsi scontenti prepara il terreno ad altre richieste, e si torna a quello che dicevo prima. Ogni volta che il governo ha fatto qualcosa, le varie parti, invece di esaltare quello che le soddisfaceva, hanno enfatizzato quello che le deludeva, una specie di bicchieremezzovuotismo cronico (ma perfettamente razionale). Tutto ciò avviene peraltro nel mezzo di una campagna politica terrificante della chiesa, dall'aborto alla libertà di espressione (proprio loro!). Ecco, a me mette tristezza che in Italia alla fine prevale quello che pensa Rocco Buttiglione su quello che pensa Umberto Veronesi, o che quello che pensa la signora di Ceppaloni che non trova niente di strano , anzi, nel fatto che la signora Mastella le abbia procurato una visita con un luminare, sia diventato di fatto quello che per molti è la politica.

domenica 20 gennaio 2008

sessantottesimo

Al Magnifico Rettore
Prof. Renato Guarini
Sapienza, Università di Roma
P.le Aldo Moro, 5
00185 Roma


e p.c. Al Presidente dell'AST, Prof. Guido Martinelli
Al Preside della Facoltà di Scienze MFN Prof. Elvidio Lupia Palmieri
Al Direttore del Dipartimento di Fisica Prof. Giancarlo Ruocco


Magnifico Rettore,
con queste poche righe desideriamo portarLa a conoscenza del fatto che condividiamo appieno la lettera di critica che il collega Marcello Cini Le ha indirizzato sulla stampa a proposito della sconcertante iniziativa che prevedeva l'intervento di papa Benedetto XVI all'Inaugurazione dell'Anno Accademico alla Sapienza.
Nulla da aggiungere agli argomenti di Cini, salvo un particolare. Il 15 marzo 1990, ancora cardinale, in un discorso nella citta di Parma, Joseph Ratzinger ha ripreso un'affermazione di Feyerabend: «All'epoca di Galileo la Chiesa rimase molto più fedele alla ragione dello stesso Galileo. Il processo contro Galileo fu ragionevole e giusto». Sono parole che, in quanto scienziati fedeli alla ragione e in quanto docenti che dedicano la loro vita all'avanzamento e alla diffusione delle conoscenze, ci offendono e ci umiliano.
In nome della laicità della scienza e della cultura e nel rispetto di questo nostro Ateneo aperto a docenti e studenti di ogni credo e di ogni ideologia, auspichiamo che l'incongruo evento possa ancora essere annullato.
Le porgiamo doverosi saluti,

Gabriella Augusti Tocco, Luciano M. Barone, Carlo Bernardini, Maria Grazia Betti, Enrico Bonatti, Maurizio Bonori, Federico Bordi, Bruno Borgia, Vanda Bouche', Marco Cacciani, Francesco Calogero, Paolo Calvani, Paolo Camiz, Mario Capizzi, Antonio Capone, Sergio Caprara, Marzio Cassandro, Claudio Castellani, Flippo Cesi, Guido Ciapetti, Giovanni Ciccotti, Guido Corbo', Carlo Cosmelli, Antonio Degasperis. Francesco De Luca, Francesco De Martini, Giovanni Destro-Bisol, Carlo Di Castro, Carlo Doglioni, Massimo Falcioni, Bernardo Favini, Valeria Ferrari, Fernando Ferroni, Andrea Frova, Marco Grilli, Maria Grazia Ianniello, Egidio Longo, Stefano Lupi, Maurizio Lusignoli, Luciano Maiani, Carlo Mariani, Enzo Marinari, Paola Maselli, Enrico Massaro, Paolo Mataloni, Mario Mattioli, Giovanni Organtini, Paola Paggi, Giorgio Parisi, Gianni Penso, Silvano Petrarca, Giancarlo Poiana, Federico Ricci Tersenghi, Giovanni Rosa, Enzo Scandurra, Massimo Testa, Brunello Tirozzi, Rita Vargiu, Miguel A. Virasoro, Angelo Vulpiani, Lucia Zanello. MARIO LAVEZZI

lunedì 14 gennaio 2008

"Un evento incongruo da annullare" La lettera dei docenti contro Ratzinger

ROMA - Un evento "incongruo" e non in linea con la laicità della scienza, l'intervento del Papa previsto giovedì 17 al termine della cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico dell'università di Roma La Sapienza. Lo giudicano così gli oltre 60 firmatari della lettera presentata nei giorni scorsi al rettore Renato Guarini, un'iniziativa che negli ultimi giorni sta raccogliendo centinaia di consensi nel mondo scientifico, anche da tanti scienziati italiani all'estero.

Tra i firmatari, i fisici Andrea Frova, autore con Mariapiera Marenzana di un libro su Galileo e la Chiesa, Carlo Maiani, da poco nominato presidente del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), Carlo Bernardini, Giorgio Parisi, Carlo Cosmelli.

Ecco il testo della lettera: "Magnifico Rettore, con queste poche righe desideriamo portarLa a conoscenza del fatto che condividiamo appieno la lettera di critica che il collega Marcello Cini Le ha indirizzato sulla stampa a proposito della sconcertante iniziativa che prevedeva l'intervento di papa Benedetto XVI all'Inaugurazione dell'Anno Accademico alla Sapienza. Nulla da aggiungere agli argomenti di Cini, salvo un particolare. Il 15 marzo 1990, ancora cardinale, in un discorso nella citta di Parma, Joseph Ratzinger ha ripreso un'affermazione di Feyerabend: "All'epoca di Galileo la Chiesa rimase molto più fedele alla ragione dello stesso Galileo. Il processo contro Galileo fu ragionevole e giusto". Sono parole che, in quanto scienziati fedeli alla ragione e in quanto docenti che dedicano la loro vita all'avanzamento e alla diffusione delle conoscenze, ci offendono e ci umiliano.
In nome della laicità della scienza e della cultura e nel rispetto di questo nostro Ateneo aperto a docenti e studenti di ogni credo e di ogni ideologia, auspichiamo che l'incongruo evento possa ancora essere annullato".
Repubblica, 14 gennaio 2008