giovedì 3 settembre 2009

Dour 2009


Come nei peggiori film di Salvatores, quattro quasi-quarantenni decidono di fare la zingarata ad un mega festival rock europeo, giusto per vedere se ce la fanno ancora a fare i gggiovani. Dopo decine di email per definire la data e il luogo (alla fine tutti si lavora e tre su quattro tengono famiglia), la scelta è caduta su Dour, in Belgio, festival a noi sconosciuto ma pare molto importante e, soprattutto, "alternativo"! Incontro a Charleroi, affitto della macchina (Mercedes Classe A, quando io veramente avevo prenotato una Skoda..), e partenza. Con la Mercedes raggiungiamo il sito, sperduto in mezzo alla campagna belga e entriamo. Io esordisco trascinando il trolley (vedi foto), tipo viaggio d'affari, in mezzo a simil-punkabbestia ovviamente zozzi e ovviamennte equipaggiati con zaino e sacco a pelo.. Avendo una certa età, invece del campeggio alloggiamo in un mini-prefabbricato di legno con quattro letti a castello, denominato Festihut.. Giù le borse (e il trolley..) e via! Primo concerto in programma: Deerhoof. Iper-bizzarri e molto divertenti (cover di Pinhead dei Ramones compresa), definizione di Raffaele: "un incrocio tra Vanessa Paradis e i Ramones". Approvata! A seguire, spostamento dai Dub Inc. reggae band francese suggerita dal Dani che, apparentemente, ha avuto parecchio tempo per fare preascolto di diversi gruppi ( :-) ) e farà da caronte per quasi tutti i giorni traghettandoci di qua e di là.. Stavolta l'ha vista giusta, il concerto è tosto, reggae/ragamuffin piuttosto incazzato, pubblico in delirio. La sensazione è di essere in una delle mille serate passate al Leoncavallo ed è una sensazione molto positiva! A seguire, ci dividiamo: loro tre a vedere i Rinocerose, io preso dalla nostalgia, mi dirigo dai Killing Joke, dove mi trovo anagraficamente più a mio agio, quasi-quarantenne tra molti cinquantenni.. Pensavo di trovare sul palco dei cadaveri ambulanti (e in parte lo sono) e invece suonano ancora bene.. E poi, sentire (finalmente!) dal vivo "The Wait" e, soprattutto, "Love Like Blood" è stato parecchio emozionante. In fondo con 'sta roba ci sono cresciuto! (scopriremo al ritorno in Italia che sul palco dei Rinocerose non c'erano loro ma dei djs in sostituzione... nessuno dei tre se n'era accorto...). Ma siamo ancora all'inizio della serata... Dopo qualche porzione di patate fritte e birra, tocca agli Animal Collective. E qui la colpa è mia. Insomma, sono osannati dall riviste specializzate (di cui mi nutro da anni), io li avevo ascoltati poco di recente... Ma.. sono veramente insostenibili! Una specie di yodel su una base elettronica (?) ultra pallosa... della gente accorsa in massa parecchia se ne va insieme a noi dopo 10 minuti.... A questo punto c'è da aspettare i Fuck Buttons , che dovrebbero iniziare alla 1:30 (io ho in corpo tre ore di sonno dalla notte prima). Una puntatina di nuovo alla tenda del reggae e presumo qualche birra per far passare il tempo. Dani e Lorenzo cedono. Rimaniamo stoicamente io e Raffa. Il concerto, ne vediamo mezz'ora poi crolliamo, è ottimo. Loro sono due ragazzi (di Bristol, scoprirò poi) che smanettano su delle macchine, uno dei due ogni tanto urla qualcosa in un microfono con voce filtrata (tipo Lightning Bolt). Elettonica un po' tribale, un po' "melodica"... ci vengono in mente i Mogwai. Comunque andiamo a letto distrutti ma felici (almeno io, Raffa non so). Riesco però a perdermi da solo in mezzo alla folla nel rientro al Festihut venendo investito dall'unico vero acquazzone dei tre giorni, per cui rientro distrutto, felice e ... bagnato. La mattina del sabato, prima di tutto andiamo in paese (in Mercedes naturalmente) a cercare di mangiare qualcosa di diverso dalle patate fritte. Ci riusciamo e rientriamo in tempo (giusto perchè io ho scassato la min.. a manetta a tutti) per vedere gli Arsenal alle 15:00. Cioè in realtà li vedo solo io perchè gli altri vanno a fare la pennichella (Raffa e Lorenzo si faranno grosse dormite pomeridiane ogni giorno...). Dunque, loro (gli Arsenal) sono sostanzialmente degli sfigati, in compenso hanno un pezzo che mi ossessiona da tempo (Longee) e che volevo assolutamente sentire. L'hanno fatto, peraltro in versione un po' troppo rock, ma ne valeva la pena.. Successivamente, grazie al Dani, vediamo i Dodos, indie-pop senza infamia e senza lode, facciamo in tempo a vedere la fine del concerto di Alborosie e qui, col senno di poi, mi sa che abbiamo commesso un errore. Cioè era meglio venire a vedere Alborosie, anche perchè c'è una folla spaventosa, festante e fumante, e tutto il concerto intuisco dall'atmosfera sia stato notevole.. In serata, tra una patatina fritta e l'altra, ci vediamo i Roots Manuva. Non ho visto molti concerti hip hop in vita mia, ma questi sono ottimi, molto vari. Pubblico in delirio. Comunque il clou arriva alla fine della serata sul main stage con i Pet Shop Boys! Ora, confesso, a me sono piaciuti. Voglio dire: ultra pop, ultra professionale, con coreografie, ballerini, ecc. ma di fatto molto ben confezionato. E poi col finalone con "West End Girls" come si fa a resistere... Non paghi, ci trasferiamo in una delle altre tende che ormai si sono di fatto trasformate tutte in discoteche techno.. Balliamo un po', io mica tanto che sono morto, e poi ci ritiriamo nel nostro lussuoso alloggio (senza acquazzoni stavolta). Domenica, ultimo giorno. Le condizioni igieniche del posto e dei sottoscritti sono in rapido deterioramento, ma non ci arrendiamo. Come al solito colazione/pranzo nel mondo civilizzato, in questo caso in un paesino vicino a Dour. Rientro al festival nel primo pomeriggio e pennichella. Cioè loro fanno la pennichella, io ci provo fallendo e alle 17 me ne vado a vedere An Albatross. Devo avere letto qualche buona recensione, non ricordo bene. Il concerto fa veramente schifo. Un cantante Iggy Pop sfigato, dal timbro zeppelliniano, capello lungo e liscio e torso nudo che si dimena su basi psichedelicorumoroseprogressivemetal.. insomma, che originalità! Meno male che alle 18 ce ne andiamo (a quel punto ricompare Dani) a vedere gli Experimental Tropic Blues Band, suggeriti sempre dal Dani-Caronte.. Che dire? Rock'n'roll delirante, volumi tipo la Blues Explosion dei bei tempi, cover di Cramps e Gun Club (giusto per capire in che zone ci troviamo).. e finale a base di rumorismo nudista, cioè con il bassista come l'ha fatto la mamma che si percuote il pisello col jack della chitarra contribuendo al feedback finale. Yeah! A questo punto pausa, a base di birra e junk food ovviamente, per aspettare il tour de force serale (vediamo un pezzetto di Israel Vibration ma sembra uscito temporaneamente dall'ospizio). Quindi iniziamo da The Horrors. Sono uno degli ultimi prodotti inglesi, hanno qualche pezzo in effetti carino, anche se di originalità nemmeno a parlarne. Un po' Echo and the Bunnymen, un pò Jesus and Mary Chain, un po' tutto quello che vi viene in mente, tanto ci azzeccate. A seguire Caribou.
Questo invece è un esempio di come, senza essere particolarmente originali, si possa comunque fare buona musica. Un po' psichedelico, un po' post rock, comunque molto interessante. Dei 5 Elements of Hip Hop (che credo sia una formazione estemporanea), a malincuore, riusciamo a vedere solo l'inizio della performance, cioè Mixmaster Mike dei Beastie Boys fare scratch da paura (già visto fare cose impressionanti al concerto dei BB a Milano qualche anno fa..). A questo punto ci dirigamo convinti e compatti a vedere i Boss Hog di Cristina Martinez e Jon Spencer. Sono invecchiati un bel po' ma spaccano sempre. Anzi, mi sembrano per certi versi anche più energici di quando li avevo visti una dozzina di anni fa. Lei è decisamente meno sexy, ma fa niente. Peccato non ci fosse molta gente, evidentemente sono passati un po' di moda... Gran finale all'arena principale con Aphex Twin. Migliaia di persone buttano le ultime energie (immagino in gran parte grazie a qualche additivo) nella techno (?) di Richard James, quasi invisibile (almeno da dove siamo noi) alla sua consolle. Gli altri tre cedono, io rimango fino alla fine, giusto per aspettare la fine del concerto, la riaccensione delle luci e il .... silenzio.