martedì 15 maggio 2007

Palermo, Italia

Le elezioni di Palermo hanno confermato il sindaco ridens Diego Cammarata. Per una persona come me, che viene da fuori, questo può apparire bizzarro. Un visitatore occasionale può notare subito ad esempio alcune cose: Palermo è una città con una sottospecie di segnaletica stradale; a Palermo non c'è sostanzialmente una fermata dell'autobus che si possa definire tale (con pensiline in ordine, indicazioni delle linee, degli orari ecc.); i cassonetti della spazzatura sembra che siano stati fatti sistematicamente esplodere; la raccolta differenziata è più o meno al livello a cui era in altre parti d'Italia 10-15 anni fa; la circolazione è del tutto caotica e si possono vedere tranquillamente passare davanti a vigili impassibili ciclomotori con almeno un paio di passeggeri senza casco, magari nella corsia riservata ai mezzi pubblici, magari in senso contrario. Quindi, ho trovato quantomeno grottesco che il sindaco in carica addirittura si ripresentasse.
Non solo si è ripresentato ma ha vinto al primo turno, il che suggerisce un'amara riflessione. La Sicilia, e in particolare Palermo, sono territori dove le istituzioni sono assenti (i casi citati sopra sono accumunati nel dimostrare ciò). Chi ha funzioni di "governo" di fatto garantisce la latitanza delle istituzioni, il che può sembrare un paradosso ma non lo è, e quando fa campagna elettorale, in modo più o meno esplicito, promette che le istituzioni continueranno a latitare. Questo riesce a incontrare il consenso di varie categorie di persone: dalle truppe di professionisti che prosperano grazie a consulenze e pareri forniti a caro prezzo all'amministrazione, o alle convenzioni stipulate con essa; ai dipendenti pubblici (ultimi gli autisti per autobus assunti senza che avessero la patente); ai delinquenti più o meno organizzati (basti pensare che Cammarata è stato l'unico candidato sindaco a non firmare pubblicamente un impegno contro il racket promosso da Addiopizzo). A questo si somma la moltitudine di persone, troppo povere e/o ignoranti, che possono essere facilmente ingannate (se vince Y perderai il lavoro!), ricattate (se vuoi la casa allora vota X!), oppure più semplicemente comprate (50 euro pare).
Ultima nota: il giorno successivo l'assunzione da parte del Comune dei suddetti autisti senza patente, il Cav. Berlusconi-Mastrota, autorevole esponente del liberismo all'italiana, è riuscito a dire, a Palermo: "Noi siamo il partito della moralità".

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Mario,

Che dire? Finalmente qualcuno (non a caso nato e cresciuto in terre civili, al di sopra della linea della palma) che dice ad alta voce (e dunque ci mette la faccia) quello che alcuni (purtroppo a Palermo non moltissimi) pensano in silenzio. "Tanto non cambierà mai niente e si andrà avanti con il solito clientelismo e il voto di scambio": così pensano, io ritengo, molti cittadini sfiduciati ma con un minimo di coscienza civile. Le profezie notoriamente si auto realizzano e Palermo resta quella città, per molti aspetti, da Terzo Mondo che è attualmente (nonostante il milione e passa di euro speso dal nostro sindaco per autocelebrarsi e cercare di convincere la gente che la realtà sia diversa da quella che è).

Come scrisse Tomasi di Lampedusa: 'Noi fummo i gattopardi. Dopo di noi verranno le iene' e le iene, notoriamente, ridono...


Ciao
RS

Anonimo ha detto...

insomma, gli elettori del centrodestra (di Cammarata nella fattispecie) sono:
a) gente in malafede che ha interesse alla "latitanza delle istituzioni"; b) popolino bue (poveri e ignoranti ingannati e ricattati).
Non c'è che dire, mi pare un perfetto esempio di quel fenomeno, diffuso a sinistra, che Marcello Veneziani chiama "razzismo etico". Spiace che provenga da un professore universitario. Spiace ma non sorprende.
Mi chiedo: quando Orlando vinceva con il 75% dei consensi contro Miccichè per chi votavano gli intrallazzatori e gli ignoranti?

Mario ha detto...

Grazie a Guido per il commento, ma il riferimento al 75% di Orlando nel 1993 non mi sembra adeguato per commentare quello che succede oggi. Allora si era in periodo molto particolare (all'indomani delle stragi mafiose e in piena tangentopoli), e dunque credo sia preferibile fare riferimento a eventuali situazioni con maggiore carattere di persistenza (ho cercato lungamente i dati su quelle elezioni ma non li ho trovati, nel breve non ho tempo di proseguire nella ricerca. Se l'affluenza fosse stata simile a quella recente, Orlando avrebbe preso circa il 50% degli aventi diritto, mentre Cammarata circa il 35%. Esiste ampio spazio per varie ipotesi.).
Quello che volevo dire rispetto alle recenti elezioni non è quello che, immagino, Veneziani definirebbe un caso di "razzismo etico" (a proposito, essere incasellato in una categoria concepita da Veneziani dà un certo brivido).
Faccio invece riferimento a quanto si sta discutendo in economia rispetto a sviluppo economico e istituzioni. In breve: è ormai assodato che lo sviluppo economico si associa all'avere "buone" istituzioni (che fanno rispettare le leggi, tutelano i diritti di proprietà, ecc.). Rimane da capire perché, in determinate situazioni di basso sviluppo economico, rimangano persistentemente in carica "cattive" istituzioni (governi corrotti, dittature, cleptocrazie, ecc.). La risposta è che, spesso, in queste situazioni si riescono a coalizzare alcuni "gruppi" che, individualmene, beneficiano della complessiva inefficienza del sistema, mentre il resto della collettività ne risente, e tali gruppi hanno sufficente capacità di mantenere in piedi tale sistema.
Rimango dell'idea che questo tipo di chiave di lettura sia piuttosto utile per valutare le ultime elezioni di Palermo (e quelle regionali).
D'altro canto faccio invece fatica a immaginarne delle altre. Cioé non riesco a pensare che ad esempio, una giunta come quella di Cammarata sia tenuta in piedi da chi crede in istituzioni forti, ha a cuore il rispetto delle leggi, o si consideri liberista (come teoricamente dovrebbe essere chi vota il centrodestra).
Ad ogni modo, sono ben disposto a cambiare idea se mi si portanto delle argomentazioni.
Mario

PS azzardo un'interpretazione dello "spiace ma non sorprende":
- spiace: "perbacco certo che da un docente ci si aspetterebbe un bel ragionamento!"
- ma non sorprende: "ma cosa vai a pensare, tanto sono tutti comunisti!"
;-)

Anonimo ha detto...

Mario, non so nulla delle teorie economiche su sviluppo ed istituzioni. Ma, pur non conoscendole, ho l'impressione che qui vengano piegate a suffraggio di una impostazione ideologica (o se preferisci di un'idea preconcetta).

Mi colpisce, in particolare, la circostanza che interpreti una competizione elettorale senza tenere alcun conto di un elemento che a me non pare trascurabile: c'era un avversario.

In altre parole, l'elettore non era chiamato a valutare soltanto l'operato di Cammarata ma a compiere una scelta tra Cammarata e Orlando.

Aggiungo che uno schema del genere (elezione come referendum sul candidato uscente) si può forse adottare quando l'avversario è un outsider.

Non mi pare il caso di Orlando che gli elettori palermitani conoscono bene. Come ricorderai è stato sindaco dal 1985 al 1990 e poi dal 1993 al 2000. Negli ultimi 5 anni, invece, è stato deputato regionale. Ma relativamente a questo quinquennio gli elementi di valutazione effettivamente scarseggiano. Benchè gli spettasse il ruolo di capo dell'opposizione non ricordo un solo suo intervento.

Ciò posto, l'idea preconcetta che mi pare si possa evincere dalla tua analisi è la seguente: a destra imbroglioni e ignoranti; a sinistra onesti e illuminati. In sicilia gli imbroglioni e gli ignoranti sono le forze prevalenti. Ergo la destra è vincente.

Da qui l'incasellamento della categoria del razzismo etico, suffragato dal sarcastico commento su veneziani. A questo proposito mi scuso per averti provocato dei brividi. Se preferisci possiamo chiamarlo complesso di superiorità morale. In questo caso saresti incasellato in una categoria concepita da Luca Ricolfi (è la stessa cosa ma magari ti trovi più a tuo agio).

La mia visione (più disincantata) è che Orlando e Cammarata sono egualmente clientelisti. Potrei farti tanti esempi ma mi limito a riprendere il tuo riferimento agli autisti senza patente. Come saprai i precari palermitani sono un'invenzione di Orlando. Credi non ci fossero dietro logiche di tornaconto elettorale? Qualcuno ricorda le liste dei consulenti di Orlando? Se ne occupò anche G. Stella. Ce n'era una per la pace nel mondo, una per i rapporti con la Corea del Sud ecc. ecc. ...

Orlando secondo me ha perso perchè è indissolubilmente legato alla stagione del giustizialismo che l'elettore moderato giudica negativamente. Anche l'interessato (che non è un fesso) se ne è accorto ed ha cercato di scrollarsi di dosso l'etichetta rilasciando al corriere delle dichiarazioni sul processo andreotti (qualcosa del tipo "io non c'entro con la stegione dei precessi. Andreotti per me non doveva essere processato". Ma come! era arrivato al punto da inviare un esposto al CSM contro Falcone che teneva "le prove nei cassetti").

Per concludere eccoti l'interpretazione autentica dello "spiace ma non sorprende". Spiace: da uno studioso (per di più di scienze sociali) ci si aspetterebbe un analisi ragionata. Considerare il campo avverso composto da imbroglioni e idioti è piuttosto un giudizio da ultras. Il "non sorprende" invece deriva da una considerazione empirica. Conosco l'ambiente abbastanza da sapere che è pieno di superdotati morali di sinistra. Alcuni sono divertenti da osservare. L'acredine con la quale censurano le malefatte di Berlusconi (Berlusconi-Mastrota diresti tu) è spesso direttamente proporzionale alla disinvoltura con cui si muovono nelle vicende scientifico-accademiche (libri scritti da altri, figli allievi ecc. ecc.).
Ovviamente ci sono anche tante persone per bene orientate a sinistra (come te, ne sono sicuro) e furboni di destra.
Non sono affetto da razzismo etico. Rilevo però che, tra quelli che conosco, solo i furboni di sinistra hanno il vizio di puntare il dito sugli altri (doppia morale).

Mario ha detto...

Guido,
alcune precisazioni.

Quando metto un post come quello sulle elezioni, ho in parte un intento provocatorio, nella speranza di suscitare commenti come i tuoi. Ho definito quella che ho indicato come una "chiave di lettura", che è chiaramente ben altra cosa rispetto ad un'analisi approfondita, come quelle che cerco di condurre nella mia professione. Sono da poco a Palermo, mi attrae quanto vedo, cerco di farmi un'idea.

Su Orlando clientelista: quando ti ho risposto oggi la prima volta avrei voluto mettere una frase tipo: "e comunque a suo tempo gli "intrallazzatori" avrebbero potuto anche gradire Orlando" (volevo però essere stringato). Non ho interessi particolari a difenderne la persona. Che lui fosse un candidato debole (anche per i motivi che tu citi) mi trova d'accordo (al limite mi sorprende negativamente che in tutti questi anni a Palermo non sia stata trovata una personalità da opporre a Cammarata). E comunque a suo sfavore gioca certamente il fatto che, con i suoi due mandati, non mi pare abbia impresso una qualche svolta alla città (ma è anche vero che con Cammarata non mi pare che Palermo sia stata alla ribalta, a parte la barzelletta della città più cool che ha fatto ridere un po' tutti).

Una dose di clientelismo è credo purtroppo inevitabile in qualsiasi rapporto tra elettori ed eletti (di destra e di sinistra), e chiaramente stabilire qual'è la quantità tollerabile non è agevole.

Non considero assolutamente il campo avversario come popolato da imbroglioni e idioti, e non ho problemi a constatare il livello mediocre del personale della sinistra (sia eletti che elettori), quindi tutto mi sento ora come ora tranne che un "ultras" della sinistra.

Sulla non nuova questione della "doppia morale", in parte condivido, in parte constato che viene sovente usata da destra come foglia di fico. Cioé, di fronte alle critiche, invece di darne conto si oppone una sorta di "ma che diritto avete voi di criticare?", che per quanto mi riguarda è parente stretto del vizio italiano per il quale se uno è colto a rubare, invece di dare spiegazioni, oppone un "ma tanto rubano tutti" o "quello ruba più di me".

Ognuno ha le sue priorità e in base a quelle esprime dei giudizi e, se vuole, sceglie da che parte stare. Credo che rinunciare a criticare quelli che si ritengono "avversari" perchè prima bisogna passare minuziosamente in rassegna quelli della "propria parte" per assicurarsi che non siano censurabili sotto nessun punto di vista, possa portare a una posizione di stallo in cui alla fine, ma certamente non nel tuo caso, si rischia di finire nel "rossi, neri, sò tutti uguali" (se posso citare Nanni Moretti).

Infine, se vuoi parlare male della classe dei docenti universitari nei termini che citi, sfondi una porta aperta, ma la questione è un po' lunga.

Mario