venerdì 18 maggio 2007

MUSTella?

Clemente Mastella (ritratto nella foto in una delle sue numerose iniziative a favore della famiglia tradizionale), ha recentemente annunciato l'astensione del suo partito quando la legge sul conflitto di interessi arriverà in aula.
Questa è l'ultima minaccia rivolta al governo. La penultima consisteva invece alla sua uscita dal governo nel caso di referendum elettorale o, immagino, nel caso di una qualsiasi iniziativa rivolta a ridurre la frammentazione dei partiti.
Il comportamento di Mastella è facilmente comprensibile se lo si descrive in un modo molto semplice: Mastella è impegnato a difendere il suo posto di lavoro, né più né meno di chiunque altro lavoratore e di qualsiasi altro parlamentare. Per questo motivo è contrario a rinunciare al suo partitino, e per questo motivo minaccia a destra e a manca allo scopo di tutelare la sua posizione di rendita, piuttosto che la coalizione a cui appartiene.
Il problema però è che le minacce di Mastella sono credibili. Se si andasse infatti ad una crisi per colpa sua e ad esempio ad elezioni anticipate, il centrosinistra sicuramente non lo accetterebbe nuovamente ma lui si ricandiderebbe nel centrodestra che anzi lo accoglierebbe a braccia aperte. Questa situazione ad esempio non vale per l'ala sinistra dell'Unione che infatti di recente ha minacciato (sul rifinanziamento delle missioni militari, sulla base di Vicenza, ecc.), ma alla fine ha serrato i ranghi e si è ricompattata intorno a Prodi. Questo per il semplice motivo che al di fuori dell'Unione molti parlamentari di PRC, CI, Verdi ecc, non verrebbero rieletti.
Come uscirne? Non è facile. L'unica cosa certa è la domanda che si pongono in tanti: ma era proprio necessario imbarcare Mastella? Dargli addiritura il ministero della Giustizia? Che è un po' come dare ad Erode il ministero della famiglia.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ma lavora invece che stare a perdere tempo nei blog!
W Mastella!
W Benedetto!
W i preti!
W la Chiesa!