lunedì 27 agosto 2007

ciclismo urbano

Ogni tanto, in diverse parti del mondo, dei ciclisti si incontrano casualmente e circolano per la città. Le strade una volta tanto sono occupate da veicoli silenziosi, gli unici rumori sono quelli dei campanelli o delle chiacchiere. Gli automobilisti, se rallentati da questo corpo estraneo, spesso e volentieri danno in escandescenza. Inizialmente con il clacson, poi con insulti assortiti (da vaffanculo semplici, a machi "puttane!" indirizzati alle signore, fino al classicissimo "andate a lavorare!"), e a volte con manovre di sorpasso semi-omicide. I motivi per si partecipa sono diversi. Chi è ecologista, chi ha un approccio più politicizzato (la bici come strumento sovversivo, l'alternativa al consumo di petrolio e alle sue guerre), chi gode della modificazione dello spazio urbano che si può creare, come ad esempio quando la strada diventa luogo di socializzazione, e la carovana di fatto diventa una festicciola ambulante, chi desidera semplicemente stare in compagnia, chi vuole prendersi una rivincita nonviolenta sulla prepotenza delle automobili.

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